venerdì 22 dicembre 2017

Cicloamatori gioie e dolori


Spot Fiat Palio '2000

Lo spot della Fiat Palio degli anni 2000 è un fantastico esempio di come si possa agire sulle emozioni delle persone per pubblicizzare un prodotto, e quanto sia potente un messaggio considerato universalmente divertente. 

A tutti piace ridere

Una caduta, istintivamente come prima reazione umana induce alla risata.
Questo è il caso del video che vi propongo oggi, dove troviamo il classico ciclista che ad ogni semaforo rosso, fermandosi, si appoggia alle auto in sosta. 
Il bello di questo spot sta nel fatto che ognuno di noi riesce perfettamente ad immedesimarsi in entrambi i protagonisti. Tutti noi siamo andati o andiamo in bicicletta e sappiamo che molto spesso si cercano compromessi pur di evitare il traffico, e la stessa cosa facciamo quando questo è inevitabile, l'appoggiarsi all'auto ne è un chiaro esempio.
D'altro canto conosciamo anche la sensazione che si prova quando, qualcuno si appoggia alla nostra auto nuova, di cui siamo gelosi.
Questo fa sì che ci sia un'immediata immedesimazione nella situazione pubblicizzata e che scaturisca l'ilarità alla reazione dell'automobilista.
Bello spot, con tempi comici perfettamente incastrati nelle ottiche televisive.

Quello che è divertente per noi lo è per tutti?

Se giriamo il web troviamo centinaia e centinaia di spot divertenti che sono entrati nella storia della pubblicità. Ogni Paese ha i propri canoni di divertimento se proviamo a  pensare per esempio al classico umorismo inglese, a non tutti piace e similarmente se proviamo a ricercare degli spot divertenti asiatici, ci rendiamo conto che avendo culture diverse non sempre si riesce a cogliere lo stesso spirito goliardico degli spot.
Ma il concetto principale, è che uno spot divertente rimane impresso nella mente umana e anche a distanza di molto tempo verrà ricordato.

Pro e contro

Ovviamente una pubblicità divertente, non da molta luce al prodotto, che diviene in certi casi quasi secondario rispetto alla vignetta umoristica. Quindi Si potrà avere memoria dello spot, ma non del prodotto. Diviene dunque indispensabile utilizzare un messaggio che riporti al marchio aziendale e al prodotto. Cosa che viene fatta puntualmente dalla Fiat al termine della pubblicità con lo slogan.

Conclusione

Tra le varie tecniche pubblicitarie il messaggio trasmesso attraverso un canale umoristico, raggiunge direttamente il consumatore e fa sì che permanga nella sua mente per diverso tempo.
Difficilmente una persona dimentica una cosa che l'ha fatta divertire, ma se non si da un solido riferimento al marchio aziendale perde di efficacia ai fini dell'incremento delle vendite.
In quegli anni la Fiat usciva da un periodo di crisi e grazie a modelli come l'allora Fiat Palio ha potuto risalire la china facendo un salto di qualità.
Negli anni successivi ha utilizzato l'umorismo come leva pubblicitaria in altri spot ( ne è un esempio la Fiat 500X) favorendone il lancio come nuovo prodotto della gamma SUV, derivante dalla trasformazione della vendutissima Fiat 500. ("Cavallo che vince non si cambia")
E come la Fiat molte altre grandi aziende hanno deciso di utilizzare questa leva, che da dei risultati certi e duraturi.

Prossimamente ve ne proporrò altri esempi

Un saluto
Laura

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domenica 23 luglio 2017

Ferrero Rocher l'oro italiano!



La Ferrero è di certo la realtà più importante sul territorio italiano ed internazionale nel reparto prodotti dolciari.
Uno dei prodotti di punta, come tutti sappiamo è la Nutella, ma vanta un' assortimento di specialità e di prelibatezze al cioccolato che la definirei proprio "La Fabbrica del Cioccolato italiana"
Oggi vi voglio parlare della pralina di cioccolato incartata d'oro, e dell'evoluzione degli spot fatti su di essa, il Ferrero Rocher.
Prima di iniziare con 'analisi del carosello di spot che vi ho preparato, è d'obbligo fare una breve introduzione sulla storia di questa azienda che ha radici lontane.

Nel 1942 Pietro Ferrero apre un laboratorio ad Alba, dove  inizia a fare esperimenti e a creare dolci prelibatezze a base di cioccolato. Ben presto questo laboratorio, come in tutte le realtà di successo, inizia a divenire troppo stretto per la produzione su larga scala, e quindi la Ferrero inizia ad espandersi, mantenendo come polo il centro produttivo ad Alba. Forte di una rete di distribuzione basata su furgoncini si fa ben presto strada in tutt'Italia e non solo. Morto il fondatore Pietro, l'azienda prosegue la propria attività mantenendo la gestione da parte della famiglia Ferrero, e permanendo nella missione aziendale fondata sulla qualità delle materie e l'innovazione dei prodotti.
Oggigiorno La Ferrero è una realtà internazionale che da risalto all'inventiva e alla qualità produttiva italiana nel mondo. Il paniere di produzione della Ferrero annovera un numero elevatissimo di golosità. Non ve le elenco perché basta andare di fronte ad uno scaffale di un supermercato qualsiasi e se ne trova una vastissima scelta, vi lascio un link sul sito ufficiale della Ferrero se volete sgolosarne qualcuna o semplicemente testare la vostra conoscenza in merito, ma ora parliamo di pubblicità.
 L'evoluzione dai primi spot a quelli dei giorni nostri è notevole, il prodotto è nato nel 1982, e le prime pubblicità erano incentrate sull'italianità del prodotto, cavalcando perfettamente lo stile di quegli anni. Con la pubblicità veniva lanciato un nuovo prodotto e bisognava creare il bisogno nel telespettatore mostrando sì il prodotto ma anche le occasioni più indicate per consumarlo, invogliando il pubblico all'acquisto non solo di un cioccolatino, ma anche di uno status. 
Negli spot, Ferrero Rocher, solitamente veniva proposto a feste d'élite, indette dal console che ad un certo punto della serata proponeva ai propri ospiti internazionali, questi sfiziosi cioccolatini, incartati singolarmente in carta dorata. Tutto è studiato perfettamente, la carta dorata che impreziosisce il prodotto, la festa con invitati internazionali che apprezzano il prodotto italiano promosso e infine la scena tipica del morso al cioccolatino che ne evoca la  prelibatezza. In 30 secondi la Ferrero ti presenta e ti dice quando e come consumare il suo prodotto, dandoti l'immagine dell'impressione che farai ai tuoi invitati proponendoglielo. Nei decenni successivi l'azienda punta ancora sullo status, questa volta i protagonisti degli spot sono due: la nobil donna in giallo e il suo maggiordomo;
 famoso ne è il dialogo che iniziava sempre con un:
 "Ambrogio, avverto un leggero languorino, ma non è proprio fame, è voglia di qualcosa di buono"
 e il prodigo Ambrogio anticipando i desideri della sua signora, faceva comparire la piramide di Ferrero Rocher, da ogni dove, premendo quel magico pulsante che tutti ricordiamo e che vorremmo avere a disposizione. Alla comparsa dei Rocher partiva il jingle inconfondibile e lo slogan: "Ferrero Rocher soddisfa la voglia di buono" a chiarire definitivamente al telespettatore la funzione del cioccolatino in questione.
Credo che questa sia stata la campagna Rocher più lunga e fruttuosa che la Ferrero abbia mai fatto.
Negli anni 2000 torniamo alle origini e la Ferrero rivisita il tema dei party d'élite, solo che questa volta utilizza l'ausilio del personaggio celebre, molto in voga in questi anni, e chiama a promuovere i Rocher da Richard Gere, si mantiene l'immagine di status, e di golosità del prodotto che risulta sempre scomparire dai vassoi dei camerieri e l'intramontabile scena del morso ad evocare la deliziosità dei Rocher, questa volta lo slogan cambia con "Ferrero Rocher momenti d'oro", perché ammettiamo se una donna incontrasse Gere sarebbe proprio un momento d'oro da ricordare. 
Ho terminato con uno spot del 2015 che mostra un ulteriore modifica, questa volta viene messo al centro il prodotto e la sua composizione e lo status resta al margine per comparire in coda nello slogan, modificato nuovamente in: Ferrero Rocher assapora la bellezza. Inoltre viene data un'indicazione sulla stagionalità del prodotto riconducibile al periodo invernale e festivo in particolare come regalo per le feste.
Personalmente penso che la Ferrero con questo prodotto abbia fatto proprio centro, partendo dal pakaging arrivando a creare proprio il mondo Rocher e non dimentichiamo l'implicito collegamento del marchio Ferrero ad un prodotto d'oro. Ce ne sarebbero ancora tante da dire su questa azienda e sui diversi modi in cui promuove i propri prodotti, non mancherò di certo in futuro di citarne altri, perché non si può non esaltare una nostra realtà italiana che ci rende orgogliosi nel mondo.

Lascio spazio a voi per ulteriori commenti e constatazioni.
Seguimi su Facebook  oppure visita il mio sito .

a presto con il prossimo spot



fonti:
https://www.ferrero.it/
https://www.ferrero.it/prodotti/praline-e-specialita-ferrero/ferrero-rocher

giovedì 1 giugno 2017

Zucchetti coi rubinetti ci sa prorio fare!!!


Oggi voglio analizzare una pubblicità storica della mia infanzia che a me da bambina piaceva un sacco: lo spot della Zucchetti targato 1988.

Mi voglio soffermare un po' sulla storia del Gruppo Zucchetti che fonda le proprie radici su una solida tradizione famigliare. Attualmente siamo alla terza generazione e le origini si fanno risalire al lontano 1929 quando a farla da padroni erano i prodotti di rubinetteria e valvolame ad uso industriale. In seguito alla ricostruzione post bellica, venne deciso da Mario Zucchetti di convertire la produzione in rubinetteria sanitaria cromata che presentava maggiori sbocchi commerciali. Che dire proprio una decisione azzeccata.
Con il passare dei decenni la Zucchetti si ingrandisce formando il gruppo Zucchetti con l'ingresso nel 1970 della seconda società, la Zucchetti Mario Spa, specializzata nello stampaggio a caldo dell'ottone. Nel 1983 viene costituita la Omez Spa, dedicata allo stampaggio delle materie plastiche e infine nel 2007 viene acquisita la Kos Spa produttrice di vasche da bagno e box doccia di design.
La storia della Zucchetti è molto interessante, mostra come l'azienda sia stata in grado di seguire i tempi e anticipare le esigenze del consumatore finale. 
Lo spot del 1988, poi in seguito rivisitato con varie versioni nel corso di tutti gli anni '90, mostra le prime esigenze di design anche nella rubinetteria.
Lo spot è molto semplice ma tocca tutte le leve di marketing necessarie per promuovere efficacemente il proprio brand. 
Ci troviamo in una stanza completamente piastrellata, che già implicitamente riconosciamo come il bagno. Entra fischiettando un uomo dalla tuta da lavoro blu marchiata Zucchetti, si guarda attorno e iniziano a susseguirsi perdite di spruzzi d'acqua dal muro e pavimento, lui prontamente prende un rubinetto Zucchetti e tappa la falla e così via via fino a quando tutte le perdite sono state risolte. Infine nota un rubinetto aperto e lo chiude prontamente. Chiuso questo, arriva l'idea geniale, dalle orecchie del' idraulico partono due spruzzi d'acqua e lui con naturalezza li chiude utilizzando il proprio naso come rubinetto, con lo slogan stampato: "Rubinetti Zucchetti domatori d'acqua".
Lui stesso era diventato un rubinetto, il marchio Zucchetti ben impresso e visibile, con questo spot si trasmette solidità e qualità del prodotto, varietà nelle referenze, sia di forme che di colori, e ironia nella scenetta che come ho già detto in precedenti analisi, le persone ricordano più facilmente qualcosa che le fa sorridere e divertire.
Con questo spot vengono trasmesse al telespettatore molte informazioni implicite tra le quali:
  • la quantità degli spruzzi  e la pronta risposta "dell'Uomo Zucchetti" rappresentano la molteplicità dei prodotti del marchio adatti a rispondere alle diverse esigenze del consumatore;
  • Lo stesso "Uomo Zucchetti" rappresenta la  prontezza e la flessibilità aziendale a risolvere il problema, dando l'immagine di sicurezza aziendale;
Tutto lo spot è incentrato sul marchio e sui prodotti e la scenetta è il mezzo per trasmettere il messaggio al consumatore, senza pericoli di perdita di informazioni.
Ultimo ma non per importanza il Jingle  solo fischiettato  inizialmente, che accompagna tutta lo spot  terminante con "Si chiama Zucchetti la libertà, di fare con l'acqua tutto ciò che ti va!", è fresco orecchiabile e rimane impresso anche a distanza di anni, posso confermare!
Veramente un ottimo mix di tutte le leve sfruttabili per quegli anni.
Si inizia ad intravedere il senso che la Zucchetti vuole creare nel telespettatore, con rubinetti di design, che fanno solo intravedere il cambiamento che avverrà nelle politiche aziendali negli anni successivi. Dove vediamo la trasformazione del bagno in vera e propria stanza da bagno, un luogo di relax e non una mera stanza di utilizzo. La Zucchetti punta ad arredare la stanza da bagno, perché dienventi sempre più un luogo da vivere, cavalcando perfettamente i trend del mercato attuale. L'innovazione ha garantito a quest'azienda un grande successo e la diversificazione in settori affini alla rubinetteria fa sì che rimanga un vero e proprio punto di riferimento sul mercato mondiale.

fonti:
http://www.zucchettikos.it/it/corporate//zucchetti-chi-siamo
https://www.youtube.com/watch?v=8doFfN6SsV4



martedì 16 maggio 2017

Brr.... Brancamenta! Spot da brrrivido

 

Oggi vi voglio parlare dell'evoluzione degli spot pubblicitari del Fernet Branca, prodotto di punta delle Distillerie Fratelli Branca.
Le Distillerie Fratelli Banca iniziarono la loro attività dal lontanissimo 1845 quando il dott. Fernet e Bernardino Branca crearono questa ricetta utilizzando diverse erbe che poi risultò molto efficace per combattere un'epidemia di colera. 
Successivamente la gradazione alcolica venne ridotta e divenne un  ottimo digestivo dopo pasto. Dall'evoluzione del famoso liquore nacque Brancamenta. 
La storia narra che Maria Callas fosse una grande appassionata del Fernet Branca e quando lo richiedeva fosse usa ad aggiungere delle foglioline di menta per renderlo più gradevole al palato.
Da qui partì l'intuizione di differenziare il prodotto creando appunto Brancamenta destinato a divenire una bevanda perfetta per ogni stagione. 
Molto interessante l'evoluzione delle campagne pubblicitarie. Nel video ne ho riportate solo alcune per me più significative e che si prestano maggiormente all'analisi.
La prima che ho preso in considerazione è la pubblicità "Carosello"  del Fernet Branca. Tutto inizia dall'etichetta sulla bottiglia che si piega a comporre una scatola da dove vedremo uscire delle figure in plastilina animate utilizzando la stessa tecnica che vi ho citato per gli spot della Montana. L'animazione stop-motion,  altro non è che lo scatto di fotogrammi che riprendono ogni minimo movimento dell'oggetto  e visto poi in rapida successione da l'illusione del movimento. 
Si termina la successione di questa storia animata che ha in sottofondo un jingle molto melodico, con la ricomposizione dell'etichetta e l' enfatizzazione del jingle che diviene più incisivo divenendo in futuro il sottofondo musicale ufficiale per le pubblicità Fernet Branca attraverso diversi decenni. 
In questa modalità per il "Carosello" sono state fatte diverse scenette con questa tecnica, ne ricordo una con tema i giochi olimpici o altre che utilizzavano vari oggetti appartenenti alla tavola  di ogni giorno, al termine delle animazioni partiva il codino pubblicitario che promuoveva il prodotto e le confezioni regalo per il periodo natalizio. Questo fa capire che il prodotto in quegli anni era legato ad una certa stagionalità per i  mesi invernali e che quindi serviva un prodotto che ampliasse la richiesta fuori stagione. 
Nasce allora Brancamenta, che ho scelto di mettere in due spot, uno degli anni '70 e l'altro degli anni '90 per mostrarvi l'ulteriore evoluzione.
Nel primo spot, tutto parte dalle mani dello scultore che scolpisce il bicchiere di ghiaccio che diverrà il simbolo per Brancamenta, con lo spot viene introdotto questo nuovo prodotto, e ne vengono spiegati i possibili impieghi, nulla distrae dal liquore, Brancamenta è il fulcro di tutto ed il bicchiere di ghiaggio enfatizza la sensazione di freschezza che il consumatore proverà ad assaporarlo. In questo modo si induce il consumatore a preferire Brancamenta anche nei mesi più caldi di cosiddetta bassa stagionalità. Lo spot termina con il celebre slogan: Brrrr... BRANCAMENTA, forte incisivo e rievocativo che verrà utilizzato ampiamente nelle campagne per gli  anni successivi. Da notare che l'etichetta è sempre presente e nello spot Brancamenta in cima viene posto il marchio  FERNET BRANCA, per rendere riconoscibile ai consumatori fidelizzati che si tratta di una variazione del marchio di punta.
Giungiamo ora all'ultimo spot, ho scelto lo spot degli anni '90 dove viene utilizzato lo stesso Jingle degli anni '70 riarmonizzato e reso più accattivante. Da notare che compare la classica etichetta della bottiglia ma questa volta scompare il marchio Fernet Branca e rimane unicamente Brancamenta, ormai diventato forte e di per se fidelizzante.
 Inoltre sostanziale variazione di stile pubblicitario viene data dall'introduzione della ragazza che si rinfresca sotto un'abbondante doccia, per rievocare la sensazione di freschezza che da Brancamenta. I tempi sono cambiati e la pubblicità ne segue e amplifica le mode, siamo arrivati nella fase in cui la pubblicità utilizza la sensualità e femminilità per la promozione dei prodotti. E negli anni '90 siamo proprio al culmine di questo modus operandi. Ormai tutti i tabù dei decenni precedenti sono caduti, il filtro "Carosello" non esiste più, e i pubblicitari capiscono che la sensualità diviene una forte leva attrattiva di pubblico. Non a caso in quasi ogni spot di quel periodo si vedono protagoniste procaci donnine, ed è evidente che se prima bastava evidenziare le qualità di un prodotto per promuoverlo efficacemente ora questo non basta più. Il mercato è saturo di prodotti di ogni genere e marca e per primeggiare nelle vendite i pubblicitari sfruttano tutte le leve possibili, creando a volte vere e proprie mode o cavalcandone altre. Ultima ma non meno importante nonostante il cambiamento di stile, lo slogan: Brr.... BRANCAMENTA, viene mantenuto con l'aggiunta 12 mesi d'estate per dare un calcio definitivo alla stagionalità del prodotto.
Quale di questi spot vi ha attirato di più?
Provate a capire che leve hanno fatto colpo su di voi, commentate di seguito e fate le vostre considerazioni in merito.
Sono curiosa di leggerele.

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Fonti per questo articolo:
http://www.museobranca.it
https://it.wikipedia.org/wiki/Caroselli_Fernet_Branca
https://it.wikipedia.org/wiki/Fernet_Branca

martedì 9 maggio 2017

Caffè Splendid senza radici...


In questo post ho deciso di parlarvi del Caffè Splendid, ho usato un titolo un po' forte, in quanto si tratta di un prodotto che le radici le ha certamente ed ha una storia ben precisa, ma che a differenza di molti prodotti che diventano bandiere per le proprie aziende, esempio il caffè Paulista per la Lavazza, o Ava per Mira Lanza, sembra proprio che il Caffè Splendid abbia una vita propria e indipendente slegata dall'identità aziendale.
Per capirci meglio facciamone un po' la storia: Splendid, marchio storico del caffè, nasce a Torino nel 1969 da una torrefazione artigianale, la “Società Generale del Caffè”.
Il successo del prodotto porta ben presto Splendid a dimensioni industriali tanto da essere acquisito nel 1972 da Procter & Gamble vasto complesso aziendale statunitense leader di mercato che annovera tra i suoi prodotti un vasto paniere di  grandi marchi nel settore dei prodotti per la casa e l'igiene della persona e un tempo anche prodotti alimentari e bibite.
Nel 1992 vi è un ulteriore passaggio di mano e Spledid passa alla Kraft Foods e tutt'oggi fa parte del vasto paniere di marchi della Mondelēz International, multinazionale statunitense che ha acquistato la Kraft Foods riducendola ad un mero marchio commerciale.
Ora detto questo analizziamo la pubblicità carosello del Caffè Splendid.
Prima cosa che si nota è che in questo spot il codino pubblicitario non è più alla fine come eravamo abituati a vedere, ma viene ripartito in due, una parte all'inizio ed una alla fine. Ci stiamo avvicinando ad un modo diverso di far pubblicità iniziano a perdersi le funzioni di intrattenimento  proprie del Carosello. La scenetta diviene è un po' anonima dove viene enfatizzata l'enormità della scatola rispetto al contenuto, collegamento che punta a rimarcare la differenze di quantità di prodotto per confezione rispetto a quello venduto dai competitors. Sempre più vicino è il periodo delle pubblicità comparative per poter esaltare il proprio marchio. 
In questo spot è interessante vedere che non vi è un richiamo all'azienda produttrice, ma il prodotto e le sue caratteristiche, basate principalmente sul prezzo e sulla quantità nella confezione, divengono il fulcro di tutto. Qui è chiaro l'approccio diverso nei confronti dei consumatori, ricordiamo Lavazza che rende un prodotto d'élite come il caffè un prodotto di largo consumo, creando quel' aura di benessere e allegria attorno al prodotto caffè e che creerà  la fedeltà alla marca.
Mentre Splendid fa l'opposto, ormai il caffè lo consumano tutti e non punta sul plus qualitativo, ma su quello quantitativo e compara il Caffè Splendid con un caffè generico anonimo. Anche lo slogan "Splendido Aroma, splendido gusto"  lo trovo un po' debole e poco incisivo.
Mi chiedo, sarà per quello che il Caffè Splendid si è perso nei meandri di una multinazionale che produce centinaia di prodotti?
Vi lascio con queste considerazioni.
Fate pure le vostre e ditemi cosa ne pensate!

venerdì 28 aprile 2017

Lavazza un amore di caffè


Non potevo di certo, non parlare di una delle aziende leader di mercato per la vendita del caffè.
Tutto inizia negli anni 1894-95, quando il fondatore dell'azienda Luigi Lavazza rilevò una piccola drogheria nel cuore di Torino e ebbe l'idea alla base di tutta la sua fortuna. Scelse di esplorare un mondo sconosciuto per quegli anni, la miscelazione del caffè. 
Vi sembrerà una cosa banale, viste le innumerevoli varietà dei tempi nostri, ma per quegli anni fu una vera e propria rivoluzione, infatti i rivenditori di caffè di quell'epoca si limitavano a venderlo in un unica varietà e l'idea di Lavazza fu quella che aprì le porte ad un nuovo mercato completamente inesplorato; E come sempre accade l'azienda che da pioniere apre un mercato ne sfrutta maggiormente le risorse, e ai followers non resta che seguire il leader e raccoglierne le briciole.
Lavazza per molti anni cavalca l'onda dell'innovazione, ma ben sappiamo che prima o poi si arriva ad uno punto dove ormai anche tutti i followers si sono adeguati ed il mercato non risponde più efficacemente quanto nelle prime fasi. La pubblicità che diviene fondamentale per la presentazione dei nuovi prodotti, in queste fasi ,dove tanti rivenditori offrono prodotti similari, arriva a dare quella spinta per mantenere la posizione di leadership di mercato. Lavazza non abbandona lo spirito da pioniere e coglie al meglio l'opportunità di entrare nelle case degli italiani utilizzando il canale del Carosello, con grande successo direi!
Negli anni 60-70 compaiono le prime pubblicità in bianco e nero, su stile cartoon con protagonisti tre simpatici personaggi messicani Caballero, Carmencita e Paulista,  ideati dal grafico pubblicitario Armando Testa. Un divertente triangolo amoroso che vede Caballero alla ricerca dell'amore della sua Carmencita, ma le cosa no è facile e deve superare degli oppositori per raggiungerla, e quando la trova la invita a fuggire con lui, ma lei lo rifiuta perché innamorata di un altro, "un uomo molto in vista, alto bruno col baffo che conquista". Allora Caballero le rivela la verità che in realtà Paulista è proprio lui e parte il codino pubblicitario tipico del Carosello. 
Con il passare degli anni la Lavazza ha cambiato vari testimonial e celebre è lo slogan "Più lo mandi giù e più ti tira su!"recitato da Manfredi, che rimarrà impresso nella memoria popolare.
Un bel punto di svolta per un prodotto per pochi intenditori e raffinato ma che grazie alle strategie di successo della Lavazza è divenuto un simbolo di italianità nel mondo, presente in ogni casa. Come ha fatto Lavazza a sviluppare ed espandere questo mercato, a rompere questo cliché? Semplicemente con il sorriso, lo fecero con Manfredi, con Raimondo Vianello e Sandra Mondaini e  non a caso anche nelle celebri è più recenti pubblicità, le campagna paradiso, vengono utilizzati testimonial tra il mondo dell'intrattenimento e comicità, Solenghi, poi successivamente Bonolis e Laurenti è più facile attirare le mosche col miele piuttosto che con l'aceto, L'umorismo arriva a tutti e quale modo migliore per raggiungere il maggior numero di persone possibile?
Brava Lavazza che ci fai sorridere e ci tiri su!
A presto 

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fonti:
 https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Lavazza_(azienda)

martedì 18 aprile 2017

L'incantevole voce di Mina ha stregato Barilla




Continuiamo con la nostra carrellata di spot del Carosello italiano. Come ho già spiegato nelle precedenti analisi il contenitore "Carosello" impone dei vincoli molto rigidi per la pubblicità di quegli anni, siamo in un un periodo storico dove il settore televisivo non è liberalizzato. La RAI ha il monopolio di stato per le trasmissioni radio televisive e può dettare legge sui propri spazi di trasmissione. Il Carosello ne è il principale esempio, è seguitissimo e amato dal pubblico ed è un canale veramente prezioso per raggiungere il consumatore finale. Anche Barilla entra a far parte della rosa delle imprese leader di mercato che non intende lasciarsi scappare questa occasione di promozione. Come farà per gran parte della sua storia pubblicitaria Barilla si affiderà all'uso di testimonial d'eccellenza, in quegli anni la fama di Mina era alle stelle e chi meglio poteva promuovere le paste Barilla? In questo spot in particolare Mina si trova nella tipica situazione di una mattinata in sala di registrazione dove esalta tutta la sua splendida voce nell'esecuzione del brano partenopeo:"Monasterio 'e Santa Chiara" al termine di quello che ora definiremmo il video della canzone parte il codino pubblicitario tipico del Carosello dove Mina invita lo staff di registrazione a casa sua per un bel pranzo a base di pastasciutta "Barilla naturalmente" Lo spot si focalizza sull'innumerevole quantità di formati della pasta ed inoltre con l'ausilio di immagini rievocative si elencano i vari procedimenti per la preparazione degli spaghetti, addirittura Mina indica i tempi di cottura, tutto questo per invogliare lo spettatore televisivo a prediligere la pasta Barilla rispetto ad altre marche. La popolarità di Mina di certo è stato un colpo azzeccato, perché ha avvicinato al cittadino comune la celebrities non oscurando minimamente il prodotto ma incrementandone le vendite.  Nel' evoluzione delle pubblicità dei prodotti Barilla verrà accentuato questo senso di casa di famiglia fino ad arrivare allo slogan: "dove c'è Barilla c'è casa" che è la chiara evoluzione di queste prime pubblicità.
Anche Barilla ha fatto centro con il Carosello e resta tutt'oggi in vetta alle vendite del prodotto pasta e non solo...

A presto 

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fonti:

martedì 11 aprile 2017

GRINGO difensore di MONTANA


La Montana affida la sua promozione all'intrepido paladino di giustizia GRINGO che a suon di rime  difende l'onore della bella Dolly catturata dal cattivo Black Jack. Molto divertente il connubio tra scena, a ricordar i vecchi film muti stile Charlie Chaplin sullo sfondo, con uno stile del tutto nuovo però, fatto di fotogrammi, non di girato, e il narratore che racconta in rima tutto quello che accade, rendendo avvincente tutta la scenetta. Il sottofondo musicale in stile Western accompagna tutta la storia e persino il codino pubblicitario, ogni volta che si arriva alla rima anche forzata il coretto esalta il nome di Gringo. Bello il riferimento Western scelto dalla Montana che cavalca la tradizione cinematografica di quegli anni,(gli spaghetti Western) dove solitamente vi erano grandi proprietari di mandrie di bestiame con i cowboy a loro difesa adattandola e calzandola perfettamente all' esigenze del marchio. Se poi pensiamo che lo stesso marchio Montana è appunto uno stato confederato degli Stati Uniti d'America caratterizzato appunto dall'allevamento di mandrie di bestiame, e quale nome non fu che più azzeccato per una ditta che produce Carni? Ad esaltare il riferimento vi sono le rime iniziali di ogni spot del Carosello sempre diverse eccetto quella  iniziale rimasta impressa nella memoria popolare: "Laggiù nel Montana, tra mandrie e Cowboy c'è sempre qualcuno di troppo tra noi!"
Ad ogni spot, dopo il rincorrersi di ogni rima si arriva sempre al momento fatidico del duello quando  Gringo guarda il sole ed esclama:" Il sole nel cielo è una palla di fuoco, sarà mezzogiorno, mezzogiorno di CUOCO! celebre slogan a chiudere la scena e ad aprire il codino pubblicitario, dove non vi è più Gringo come protagonista ma è l'esaltazione della Carne Montana, ed ogni rima ne rimarca la bontà, genuinità e qualità. 
Nonostante i vincoli imposti dal contenitore Carosello, devo dire che le aziende che si sono cimentate con la pubblicità in quegli anni sono stati pionieri in un territorio inesplorato, hanno fatto non solo la storia della propria azienda, ma hanno fatto certamente la storia della pubblicità, buttando le basi per gli spot moderni, conferendo una linea guida da seguire,e che si tramanderà nel modo moderno di fare pubblicità in Italia. Si pensi solo che negli stati esteri le pubblicità sono molto impersonali, e in futuro ve ne mostrerò alcune, mentre noi italiani continuiamo a creare spot che coinvolgono lo spettatore, con "saghe pubblicitarie" dove vengono raccontati in 30 secondi spezzoni di storie, che verranno continuate in diversi spot successivi, per coinvolgere e creare nell'immaginario dello spettatore una storia da seguire e scoprire ogni volta. Per stupire, colpire e promuovere un prodotto facendo sì che rimanga impresso nella mente non solo per un bisogno immediato ma anche negli anni a venire.

Fate anche voi le vostre considerazioni e commentate di seguito, divertiamoci insieme ad analizzare gli spot pubblicitari.
A presto

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fonti:
http://www.montanafood.it/storia/

martedì 4 aprile 2017

Titti e Silvestro facciam pace per DeRica




Famosissime le diatribe tra Titti (Tweety) e il gatto Silvestro, personaggi animati creati dai disegnatori statunitensi della Warner Bros nei lontani anni '40, dove il personaggio del gatto Silvestro diventerà nell'aspetto quello che tutti noi conosciamo a partire dal 1945.
L'origine del suo nome deriva da Silvestris, nome scientifico del gatto selvatico, questo micetto compie mille peripezie per catturare il canarino Titti che una ne pensa e cento ne fa, e riesce sempre a sfuggire alle sue grinfie. Molto amati dai più piccoli hanno un successo globale e negli anni le loro avventure sono sempre al passo con i tempi, l'eterna sfida che non ha mai fine, diventando serie animate, film di animazione etc.
DeRica coglie l'occasione del Carosello ridisegnando e animando questi due amatissimi personaggi proponendo diverse scenette, dove lo sfortunatissimo gatto Silvestro le prova tutte pur di catturare il piccolo e "sfottente" Titti, e mentre ce l'ha quasi fatta, si accorge che Titti si trova su una scatola di pelati DeRica e scatta il famoso slogan: "Oh, No!Su DeRica non si può!"
Così Silvestro e Titti cessano la loro eterna lotta e parte il classico codino pubblicitario che richiama le proprietà del prodotto riproducendo la tipica scena all'Italiana della famiglia a tavola di fronte ad piatto di pasta fatto con i pelati DeRica, con la voce del narratore di sottofondo che esalta le proprietà del sugo fatto con i pelati e il sapore dei pomodori con questo mix di immagini e audio si crea nell'immaginario dello spettatore il senso di unità e casa che c'è ogni giorno nel quotidiano durante il pasto e che solo i pelati dal sapore di pomodoro riescono a dare. Molto azzeccato anche il taglio dalla vignetta e il codino pubblicitario, cosa che in molti spot risulta a volte talmente staccato e poco riconducibile al prodotto, mentre in questo caso il prodotto entra nella vignetta e mette fine persino all'eterna caccia di Silvestro e fa sì che lo spettatore non venga disturbato dallo spot vero e proprio.
In questo caso Titti e Silvestro sono personaggi animati talmente forti del loro successo internazionale che non verranno ricollegati a lungo ai pelati DeRica, ma non ne cannibalizzano il successo della pubblicità anzi gli danno quel plus che con gli anni ha reso famoso lo slogan "oh No! Su DeRica non si può! Da molti della mia generazione ancora è ricordato.
Direi proprio una bella campagna di Marketing e pubblicità!

Lascia qui sotto le tue considerazioni e divertiamoci insieme ad analizzare gli spot pubblicitari di ogni tempo.
A presto

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giovedì 23 marzo 2017

San Pellegrino L'aranciata che segue la musica



Come già detto nei post precedenti il Carosello era l'unico modo di quegli anni per poter fare la pubblicità attraverso il mezzo televisivo. 
Per poter entrare a far parte di quel ridottissimo spazio pubblicitario, vi erano tutta una serie di regole da rispettare, la durata della "scenetta", la durata del codino pubblicitario e cosa ancor più importante l'originalità dei  contenuti.
Infatti non era consentito riproporre uno stesso spot, poteva avere le stesse caratteristiche, gli stessi personaggi, ma doveva raccontare ogni volta una storia diversa. Perché non dimentichiamo che lo scopo principale del carosello non è la pubblicità ma l'intrattenimento.
E questo risultava veramente molto dispendioso per le aziende che non volevano perdere questa opportunità unica per entrare nelle case degli italiani. Per non parlare poi l'impegno che i pubblicitari dovevano mettere per poter creare per ogni settimana storie coinvolgenti e accattivanti per il pubblico.
Molto interessante l'esempio dato dalla San Pellegrino, che ha sfruttato al meglio il vincolo dell'originalità puntando sui successi musicali del momento. D'altronde risulta molto più facile creare se c'è una base come può essere una canzone, anziché creare dal nulla. E quindi ad ogni spot, la San Pellegrino  proponeva una canzone nuova, e gli creava una sorta di video musicale. Così colpiva il pubblico già coinvolto dalla Hit del momento, infatti le canzoni scelte erano quelle più in voga e quest'associazione faceva in modo che lo spettatore le riconducesse al marchio.
Molto divertente il carosello che utilizzava Mister Custer di Pippo Franco del 1967, nella scenetta si ripercorrono i vani tentativi del soldato pauroso di convincere Custer a non farlo partecipare alla battaglia contro gli indiani.
Al termine della vignetta, nelle tempistiche imposte, viene inserito il codino pubblicitario dove l'aranciata la fa da padrone, e dove la San Pellegrino, che in quegli anni era tra i leader nella vendita delle acque minerali, sfrutta la sua notorietà per lanciare il nuovo prodotto: Aranciata, facendo leva sull'affidabilità e qualità del marchio San Pellegrino.
E a giudicare dai risultati ottenuti in queglii anni direi che ha fatto proprio un ottimo lavoro.

mercoledì 15 marzo 2017

Carosello Lagostina dove una semplice Linea diventa una vignetta comica



Eccoci a parlare di un altro esempio di marketing pubblicitario creativo e di successo:
le pentole Lagostina.

Ho tratto il video dal Carosello tra gli anni 76-77 il bianco e nero la fa ancora da padrone anche se in quegli anni iniziano a comparire i primi televisori a colori, nulla a che vedere con i nostri dispositivi attuali dove abbiamo persino l'alta definizione, ma siamo ancora ben lontani da tutto questo.

Seppur con unica risorsa il bianco e nero, vista l' ancor ridotta distribuzione delle televisioni a colori, i pubblicitari dovevano ingegnarsi e non poco.
Bellissimo l'esempio di Lagostina dove viene sfruttata al meglio il bianco e nero, partendo da un unica linea disegnato si crea una vignetta divertente accompagnata da quel jingle che rimane impresso: Lui cerca Lagostina, lui cerca e qui la trova...
Associazione perfetta con il sottofondo che permane per tutta la vignetta, dove questo simpatico ominide disegnato percorre un viaggio con diverse disavventure per arrivare al punto dove lo stesso disegnatore gli chiede:" ma cosa stai cercando?" e così parte il codino pubblicitario, con l'impostazione classica imposta per entrare nel canale di trasmissione "Carosello", dove viene dato risalto al marchio e alle caratteristiche di solidità e durabilità del prodotto.
Inoltre va dato merito all'implicito riferimento della linea disegnata che richiama la linea di prodotti e il ciclo di vita degli stessi dato dal percorso che percorre la linea, pressochè infinita come le vicende che possono capitare al personaggio disegnato e che verrà percepito inconsciamente dal consumatore finale portandolo a dare al prodotto una valenza di solidità.  "Geniale!"
 A differenza dalla pubblicità fatta nel decennio del boom economico, gli anni 60', quella degli anni 70' deve affrontare una situazione ben diversa, la crisi petrolifera e il rispettivo costo per i carburanti, incidono notevolmente sul potere d'acquisto dei consumatori.
Vi è un conseguente rallentamento dello sviluppo economico e si entra in una fase inflazionistica, che colpisce maggiormente il ceto medio-basso.
La pubblicità diviene quindi più aggressiva per poter primeggiare nelle vendite, quindi si inizia a puntare più su obiettivi di breve periodo cercando di garantire al consumatore che il proprio prodotto ha delle caratteristiche uniche rispetto ad altri.
Nel caso di Lagostina si punta molto sulla qualità del prodotto e sulla sua durabilità indicandone i 25 anni ad esempio, questo invoglia il consumatore finale di quei tempi all'acquisto di un bene che non dovrà sostituire per molto tempo e che gli garantisce la qualità nella preparazione dei cibi.
 Nell'analisi precedente abbiamo parlato di testimonial che cannibalizzano il prodotto. Questo non ne è di certo un esempio perché tutto: dalla vignetta al jingle stesso riporta al marchio Lagostina che rimane impresso nella mente del consumatore.
Vi invito a commentare e ad esporre le vostre considerazioni in merito e
a presto al prossimo post!

domenica 12 marzo 2017

Calimero testimonial per Mira Lanza




La pubblicità approda alla televisione italiana nei ormai lontani anni 60', il "Carosello" ne diviene il principale contenitore. A differenza di quanto accade negli Stati Uniti, dove vengono ideati veri e propri messaggi pubblicitari per presentare la marca con l'ausilio di spot e  sponsorizzazioni, in Italia si percorse una strada ben diversa dovuta principalmente al vincolo dettato dal monopolio RAI di quegli anni.  La Pubblicità non doveva "disturbare" lo spettatore televisivo, anzi doveva coinvolgerlo e quindi la pubblicità diventava un vero e proprio spettacolo d'intrattenimento con una durata di almeno 100 secondi e solo 35 secondi erano dedicati allo spot, il cosiddetto "codino pubblicitario.
Questo metodo di presentare la marca e il prodotto non sempre poté risultare efficace, a volte a causa della forte personalità del personaggio testimonial il prodotto promosso veniva "cannibalizzato".
 Questo stile di far pubblicità fu proprio caratterizzante del modello Italiano, e quando il "Carosello" venne chiuso e si iniziarono ad introdurre gli spot, con brevi interruzioni tra uno spettacolo e latro, si mantenne questa forma di coinvolgimento dello spettatore, cercando di ricreare brevi scene che richiamassero al vissuto di ogni giorno, ma di questo ne parleremo meglio con il proseguire delle analisi dei prossimi spot.
Dopo questa introduzione torniamo a Calimero, che nasce appunto nel 1963 come primo prodotto pubblicitario per la Mira Lanza, dove da piccolo pulcino cade nella fuliggine e diviene completamente nero, da lì inizia a convincersi di essere sfortunato e gli accadono tutta una serie di disavventure, come quella del video appunto. Alla fine però arriva l'intervento della lavandaia che con il detersivo AVA gli restituisce il suo naturale candore e poi parte il codino pubblicitario con la presentazione del prodotto.
Celebre rimane lo slogan: "Ava come Lava".
 Questo potrebbe essere un esempio della forte personalità del personaggio che oscura il prodotto pubblicizzato, infatti con gli anni il personaggio Calimero inizia a staccarsi dalla pubblicità diventando un personaggio dei cartoni animati molto celebre oltre che in Italia anche in Giappone e quindi un prodotto commerciale a se stante non più collegato direttamente al detersivo Ava.
Negli anni 90' ritorna a fare da testimonial pubblicitario, forte della notorietà del marchio Ava e del personaggio Calimero, due entità forti e indistinte che si riuniscono nuovamente nello spot pubblicitario, come a ricordare quel vecchio connubio. Per i tempi moderni forse meno impressivo rispetto al Carosello, ma comunque forte del marchio e di uno slogan che ha segnato la storia dei detersivi Ava. Quindi possiamo dire che in questo caso il forte carisma del personaggio non ha danneggiato la visibilità del prodotto anzi con gli anni è riuscito a mantenerla, sfruttando anche la popolarità raggiunta fin dai lontani anni 60'-70'.
Vi invito a commentare e condividere le vostre considerazioni in merito.
Al prossimo spot!

giovedì 9 marzo 2017

Benvenuti

Benvenuti sul mio blog!!! 

La prima pubblicità in Italia nasce con il Carosello
Dedicherò questa sezione al mondo della pubblicità, quest'affascinante mezzo di comunicazione che tutti evitiamo di guardare, ma che tutti conosciamo.
Analizzerò molti spot famosi e molti altri dimenticati, per capire con voi le dinamiche pubblicitarie che puntano a colpire ed invogliare il consumatore finale.
Ho sempre ritenuto che fosse molto interessante come argomento, e mi sono sempre posta molte domande, la prima tra tutte è:
Ma noi acquistiamo per una precisa e stabilita necessità o siamo completamente influenzati inconsciamente da ciò che la pubblicità ci propina?
Quando siamo davanti allo scaffale del supermercato siamo noi che decidiamo o qualcun altro ci ha già condizionato?
 Pubblicità e Merchandising ci  guidano verso comportamenti d'acquisto indotti e non reali.
Quante volte siete tornati a casa dalla spesa, con molti articoli che non avevate preventivato di comperare.
Non siete voi spendaccioni, non sentitevi in colpa.
Siete solo stati condizionati inconsciamente all'acquisto di un determinato articolo di cui prima di entrare al supermercato non sentivate l'esigenza, ma usciti l'avete incluso nel vostro carrello.

Questa è solo una breve introduzione a ciò che mi propongo di fare, spero vi divertirete con me nell'addentrarci in questo mondo fantastico della Pubblicità!